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Ospite in laguna #1 Valter Černeka
Scultore e incisore, concepisce il suo lavoro come metodo per indagare lo spazio e il quotidiano.
Ospite In Laguna è un progetto ideato da Vanessa Milan e Francesca Cattoi, che si interroga sul concetto di ospitalità in relazione alle pratiche artistiche dell’Atelier Vanessa Milan a Venezia.
L’ospitalità presuppone un luogo dove ospitare; presuppone un ospite e qualcuno che ospita (in italiano, in realtà, si utilizza la stessa parola); presuppone regole di convivenza che entrambi devono condividere e nel caso migliorare o mettere in discussione. Ad ispirarci per costruire la struttura del progetto, è l’acronimo che deriva dal suo nome: OIL. “Oil” in inglese significa olio e petrolio, due sostanze che non si mescolano con l’acqua – l’acqua di Venezia – e rimangono separate, pur trovandosi nello stesso ambiente.
Dicevamo, un luogo: la vetrina dell’Atelier Vanessa Milan su Dorsoduro, uno spazio, non molto grande, ma prestigioso, trattandosi di Venezia; un ospite, Vanessa Milan e un ospite, l’artista da invitare; delle regole: l’ospite deve utilizzare una tecnica artistica che non sia l’incisione, tecnica in cui eccelle Vanessa e che è la base della produzione esposta nell’atelier/negozio. Le opere dei due artisti si confrontano nello stesso spazio, creando rimandi, ma rimanendo separate e facilmente distinguibili dal pubblico; un tempo: ricordando un popolare proverbio che vuole sia breve la durata dell’ospitalità, abbiamo deciso di stabilire in un mese la durata di ogni mostra.
La stratificazione dei tempi e modalità della permanenza dell’ospite andrà a costituire un insieme di esperienze condivise, che si allinea a quanto esplicitato che da Gianni Montieri nel suo testo che accompagna la edizione italiana di Contro Venezia di Régis Debray, uscito nel 1995, peri tipi di Wetlands nel 2022: “Sono passati molti anni, quell’idea di scambio è andata smarrita, ma in qualche modo va ritrovata. Come restiamo nel luogo? Come ce lo meritiamo? Non è pensabile vivere a Venezia prendendo tutto quello che si può, anche perché le cose da prendere finiscono. Bisogna dare, offrire un contributo di pensieri, di osservazioni, di nuove speranze, che possano tenere insieme i fili che muovono per le calli, che scorrono sotto i ponti” (1).
Francesca Cattoi nasce alla Spezia nel 1968. Svolge attività di ricerca nel campo dell’arte contemporanea e della creazione di progetti espositivi. Laureata presso il corso di laurea DAMS, Università degli Studi di Bologna, prosegue la sua formazione presso l’Università della California Santa Barbara, l’Università degli Studi di Firenze e frequenta i tre anni di corso della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Genova.
Ha lavorato in ambito museale sia a livello operativo e gestionale sia curatoriale. In qualità di assistente di Germano Celant, ha svolto la ricerca e il coordinamento per importanti e numerose mostre quali, “Arti & Architettura 1900-2000”, Palazzo Ducale, Genova, 2004; “Vertigo. Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web”, MAMbo Museo di Arte Moderna di Bologna, Bologna, 2007; “Piero Manzoni. A Retrospective”, Gagosian Gallery, New York, 2009; “Lucio Fontana: Ambienti spaziali”, Gagosian Gallery, New York, 2012.Dal 2013 al 2015, ha ricoperto il ruolo di consulente artistico e responsabile della programmazione del CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia, dove ha curato insieme a Vanessa Milan una sezione dedicata alle opere a stampa su carta della collezione. Attualmente svolge il ruolo di Collection Registrar presso la Fondazione Prada, Milano.
Scultore e incisore, concepisce il suo lavoro come metodo per indagare lo spazio e il quotidiano.